Molte imprese in Italia (e nel mondo) sono costrette ad abbandonare azioni legali nei confronti di controparti finanziariamente più solide, per mancanza di risorse: la durata dei processi è un punto debole del sistema giudiziario italiano e la strategia più comune della controparte è proprio quella di prolungare i tempi, aumentando in modo significativo le risorse necessarie.
Legalinvest fornisce servizi di Litigation Funding (finanziamento del contenzioso) favorendo così l’accesso alla tutela giurisdizionale e favorire l’emersione di contenziosi che diversamente rimarrebbero sommersi. Tale prassi è comune in mercati maturi come USA e UK ed è in rapida diffusione in tutta Europa.
Vogliamo introdurre il Third party litigation financing come nuovo asset di investimento.
Con l’espressione Third-party litigation funding si indica un fenomeno diffuso, soprattutto nei paesi common law, nell’ambito delle controversie legali. Consiste nella fornitura, da parte di un terzo, (funder = finanziatore), dei mezzi economici necessari per sostenere il contenzioso legale, in cambio di una percentuale dell’ipotetico futuro esito vittorioso.
Tale pratica ha origini estremamente antiche, già nell’antica Roma e Grecia per vedere tutelati i propri diritti era necessario farsi assistere da professionisti che svolgessero l’attività difensiva in sede giudiziaria. I professionisti lavoravano in cambio di una cospicua somma di denaro che non tutti i comuni cittadini potevano permettersi, in questo contesto sono nati i cosiddetti Sykophantes e calumniatores che iniziarono la loro attività in Grecia ed antica Roma. La loro attività consisteva nell’anticipare le spese per il tribunale in cambio di una percentuale sull’esito della controversia.
L’industria del TPLF così come la conosciamo è nata alla fine degli anni novanta e si è lanciata nel mondo
durante la crisi
del 2008.
Il mercato è diviso principalmente in tre segmenti:
- Commercial litigation finance (sono contenziosi nei quali sono coinvolte 2 aziende e può
comprendere: violazioni di accordi
o contratti, proprietà intellettuali, concorrenza sleale, furto di dati, arbitrati internazionali,
antitrust, frodi, violazione
dei diritti dei creditori, etc)
- Mass tort litigation finance (sono contenziosi che riguardano: (danni da medical devices, difetti
di autovetture, difetti
di prodotti che hanno causato danni alle persone, contaminazioni tossiche, etc)
- Personal litigation finance (sono contenziosi che riguardano: danni fisici o medici, diritto di
famiglia, class action)
Questa tipologia di investimento pesa circa 17 miliardi nel 2021, in incremento del 16% rispetto al 2020.
Gli investimenti del 2021 sono stati così ripartiti:
Entro il 2025, si prevede che il mercato della tecnologia legale B2B varrà quasi sei miliardi di dollari. In Europa si evince crescita CAGR del 6,7% dal 2019 contro un CAGR del 5,6% nel Nord America. Nel complesso, si prevede che i servizi B2B rappresenteranno oltre il 90% delle entrate generate dal mercato della tecnologia legale in entrambe le regioni.
Entro il 2025, si presume che il mercato delle startup che operano nel campo del litigation funding raggiungerà un valore di 2,5 miliardi di dollari, crescendo a un CAGR del 27,8% dal 2019. Il mercato complessivo della tecnologia legale è destinato a crescere a un CAGR del 6,4%.
Il numero dei procedimenti civili complessivamente pendenti in tutti gli uffici giudiziari al 30 giugno 2021
è stato di 3.106.623
unità e risulta, quindi, inferiore a quello di 3.321.149 del 30 giugno 2020. In termini percentuali la
riduzione è del 6,5 %.
Tale dato deve essere analizzato nel dettaglio, in relazione ai diversi uffici, e posto in riferimento alle
nuove iscrizioni e
alle definizioni intervenute nel periodo in esame.
Considerando i diversi uffici, le pendenze nella giurisdizione di merito (Corte d’Appello, Tribunale) hanno
registrato un
decremento rispettivamente del 7% e dell’8%.
La Corte di cassazione ha registrato una diminuzione delle pendenze dell’1,1%, che peraltro, come vedremo,
si è accentuata
nella seconda parte del 2021.
Il Giudice di pace ha visto un decremento delle pendenze, nella misura del 4,3% e un decremento delle nuove
iscrizioni pari
al 3%; la riduzione del nuovo contenzioso risulta particolarmente significativa in relazione alle
opposizioni a sanzioni
amministrative (11,1%).
Tra gli obiettivi quantitativi (targets) individuati a livello nazionale dal PNRR è prevista, tra
l’altro, la diminuzione entro
il mese di giugno 2026 del cosiddetto disposition time – indicatore di durata utilizzato dalla Cepej
secondo la formula:
Pendenzet/Definitit,t-x*X
Questo indicatore definisce il rapporto tra il numero dei pendenti alla fine del periodo di riferimento e
il flusso dei
definiti nel periodo – nella misura del 40% nel settore civile.
A.G. 2018/2019 A.G. 2019/2020 A.G. 2020/2021
Alessandro Tesio nasce a Stoccarda nel 1974 e consegue la laurea in Economia delle istituzioni e dei mercati finanziari presso l’Università L. Bocconi di Milano nel 2002. Nel 2014 segue il corso Executive in Project Management presso SDA Bocconi per poi conseguire nel 2016 Master in Project Management presso Sciaky Europe Management Consulting Group.
Negli anni, consolida e accresce la sua carriera nel settore finanziario in diverse società di rilievo come Fila Spa, Esselunga Spa Milano, Oftalmica Galileo ed Italia Stilo Immobiliare Finanziaria S.r.l.
Dal 2015 ad oggi, occupa il ruolo di CFO in Hoppecke Italia S.r.l. alle dirette dipendenze del Direttore Generale di Hoppecke Italia.
Oltre ad essere un CFO di lunga data, esperto in finanza e corporate finance, si interessa agli investimenti alternativi nel corso del 2016 sviluppando nuovi progetti ad alta redditività in veicoli di investimento in Venture Capital e Private Equity.
Pietro Pappalardo, nato a Catania nel 1975, si laurea in Economia Aziendale in Bocconi nel 1999 e, dopo 5 anni di esperienza nella società di revisione KPMG, inizia a lavorare presso lo studio di un noto Curatore fallimentare e Consulente Tecnico d’Ufficio per il Tribunale di Milano, occupandosi di diritto bancario e concorsuale. Negli anni, ha modo di lavorare e collaborare con primari Istituti di Credito, clienti di studio, maturando profonda esperienza nel settore bancario, sulle tematiche legate alle revocatorie e alle anomalie sui conti correnti (i.e. anatocismo).
È iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano al n. 7611 e al Registro dei Revisori Legali (D.M. del 24/1/2011, G.U. n. 9 del 1/2/2011). Dal 2010 è in proprio e nel 2011 fonda con altri colleghi commercialisti e avvocati il brand LSC – Legal Services & Consulting, studio legale e di consulenza con sede a Milano.
Negli ultimi 10 anni, ha assistito Banche e imprese nel contenzioso bancario, sia stragiudiziale sia giudiziale, partecipando a oltre 300 Consulenze Tecniche d’Ufficio in materia bancaria, in qualità di Consulente Tecnico di Parte.
A seguito della significativa esperienza maturata in materia contabile e bancaria, è inoltre iscritto all’Albo dei Consulenti Tecnici d’Ufficio tenuto presso il Tribunale di Milano, con incarichi da Giudici specializzati in materia bancaria (VI Sez. Civile del Tribunale di Milano). È infine iscritto al n. 7611 dell’albo professionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano a decorrere dal 24 Giugno 2009.
Simone Di Dio nasce a Bergamo nel 1978 e consegue la laurea in Giurisprudenza nel 2002 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, iniziando da subito la propria attività professionale presso lo Studio Di Dio (www.studiodidio.it).
È iscritto all’Ordine degli Avvocati di Bergamo dal 6.12.2005 al n. 1281 e dal 23.2.2018 è iscritto all’albo dei Cassazionisti.
La sua attività professionale è dedita allo studio del diritto civile e commerciale.
Dal 2010, inter alia, si occupa di diritto bancario e finanziario, settore in cui ha maturato una significativa esperienza, collaborando con affermati periti del settore.
Ha seguito circa 400 contenziosi in materia bancaria, patrocinando in proprio o quale collaboratore primario dello Studio Di Dio, tanto nelle fasi stragiudiziali quanto in giudizio, occupandosi dei principali contratti del settore (conto corrente bancario, apertura di credito in conto corrente, sconto bancario, mutuo, leasing, contratti derivati) e di ogni tipologia di contestazione (a titolo esemplificativo, indeterminatezza e/o assenza della pattuizione, anatocismo, usurarietà del rapporto).
Inizialmente verrà deliberato un aumento di capitale per strutturare l’azienda, predisporre il team di lavoro, sviluppare il software gestionale alla base della selezione delle cause ed effettuare i primi investimenti.
Successivamente verranno emessi degli SFP per consentire di investire direttamente nella tipologia di cause selezionata dall’investitore.
Nel medio termine LEGALINVEST consentirà ai suoi soci ed investitori di avere un portafoglio di cause diversificato tra più tipologie e tra più attori e controparti.
Gli strumenti finanziari partecipativi (SFP) sono la terza strada oltre ai più noti equity e lending crowdfunding.
Stiamo parlando di un istituto giuridico previsto dall’art. 2346, ultimo comma del Codice Civile che permette di raccogliere capitale in una forma di “quasi debito” e “quasi equity” mediante il quale si “partecipa o condivide” uno specifico e predeterminato risultato economico, profitto o utile che può derivare da una specifica attività o divisione di business, della società emittente.
L’investitore titolare di un SFP, a differenza di una campagna di equity crowdfunding, non assume la qualifica di socio dell’azienda emittente. Gli Strumenti Finanziari Partecipativi (SFP) rappresentano quindi una soluzione semplice e duttile per raccogliere capitali da investitori privati senza la necessità (immediata) di effettuare aumenti di Capitale Sociale.
Tutte le persone giuridiche (società, fondazioni, enti in generale anche della pubblica amministrazione) possono proporre un’azione legale, ma ci sono dei prerequisiti per accedere alla valutazione:
L’Investimento delle risorse raccolte si divide principalmente in 2 sezioni ben definite.
Una parte è finalizzata allo sviluppo del progetto imprenditoriale ed è destinata a supportare le spese di ricerca e sviluppo per il gestionale aziendale oltre ai costi di marketing e struttura dell’azienda stessa.
Questa parte richiede inizialmente 80k, mediamente nell’arco dei prossimi 5 anni gli investimenti ammonteranno a Euro 146.000 con una media di investimenti di Euro 29.200 annui, ripartiti come da grafico presente qui di fianco.
Indipendentemente da come andranno gli investimenti in cause questa sezione di spese è pressoché fissa potrebbe subire variazioni in diminuzione per la gestione della cassa.
Una parte dei capitali raccolti, invece, verrà utilizzata per l’acquisto delle cause da finanziare. Questa parte dipende molto dalla quantità di capitali raccolti durante la campagna di Equity Crowdfunding.